storia & restauro


La storia della ex-chiesa San Bernardo

La chiesa fu annessa ad un ospizio dei monaci Cistercensi della Badia di Settimo e fu dedicata a Bernardo di Chiaravalle, santo che contribuì alla redazione della regola dei Templari.

Nel 1115 dodici monaci guidati da Bernardo diedero vita al monastero di Clairvaux (o Chiaravalle), del quale Bernardo fu il primo abate. Sul modello della primitiva abbazia, tutte le nuove fondazioni cistercensi dovevano programmaticamente insediarsi in luoghi isolati.

Per la fondazione di nuovi monasteri non si sceglievano sempre luoghi deserti e incolti: le nuove abbazie venivano generalmente fondate in luoghi ricchi d’acqua e in bella posizione. Erano i cistercensi a dare a questi luoghi un carattere di solitudine, acquistando i terreni circostanti e i diritti a essi legati. Pur propugnando la povertà assoluta, i cistercensi non misero mai in discussione il possesso di terre o denaro: anzi, nel capitolo generale del 1134 si permise espressamente la possibilità di acquistare terre, vigne, pascoli, boschi e corsi d’acqua. Solo grazie a questi beni i monaci sarebbero stati in grado di provvedere a sé stessi con il loro lavoro e si sarebbero garantiti la libertà necessaria per realizzare la forma di vita monastica.

Nel 1600 all’oratorio furono annessi due poderi. Oltre a essere una delle stazioni della processione delle rogazioni, (le rogazioni sono processioni propiziatorie della buona riuscita delle seminagioni), nel giorno dedicato a Sant’Antonio nella chiesa di San Bernardo si benedivano gli animali.

Nel 1949 la chiesa fu sconsacrata e fino agli anni Settanta era ancora possibile trovarvi arredi sacri e opere d’arte, fin quando tutto fu fatto prelevare in malo modo dall’allora proprietario (sopra l’altare era posizionata una cassa con le reliquie di quattro martiri: San Benigno, San Giacinto, San Candido e San Desiderio).

Fonte d’informazione: La terra benedetta, Religiosità e tradizioni nell’antico territorio di Ripoli / Massimo Casprini


Il Restauro

L’abbandono e il degrado si fermano nel 2011 quando iniziano i lavori di restauro, che ridanno un senso al grazioso complesso.

La ex-chiesa di San Bernardo è stato ristrutturato seguendo un progetto di restauro conservativo, basato sull’applicazione dei criteri della bio-edilizia e sul raggiungimento di un’alta efficienza energetica attraverso:

  • cappotto termico in fibra di legno
  • isolamento contro-terra per mezzo di isolante sotto il pavimento
  • isolamento del tetto per mezzo di isolante con ventilazione nell’estradosso
  • finestre a tre camere in legno ad elevata resistenza termica
  • pannelli fotovoltaici per la produzione di energia elettrica
  • pannelli termo-solari per la produzione di acqua calda sanitaria
  • caldaia a biomassa (potature degli olivi a km 0) per il riscaldamento

Tutto il fabbisogno energetico è coperto da fonti rinnovabili.

Il complesso oggi è un edificio in classe energetica A.

Tutti i materiali sono certificati ECOSTENIBILI con Eco-Labels di ente terzo autorizzato UE (FSC, PEFC, ICEA-ANAB, NATURPLUS, ISO 14000, ECC….)